"Dalle origini ai giorni nostri". Corso di storia del Teatro online.

Pubblicato in Blog & News

Approfittando della Laurea in Lettere Moderne all'Università Ca' Foscari di Venezia e della specializzazione in Storia del Teatro, allievo del Professor Puppa, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo, poi come cultore della materia presso l'Università IULM di Milano con sede a Feltre, Roberto Faoro ha avuto la, si spera, brillante idea di proporre questo piccolo viaggio nel mondo del Teatro a chi avrà la curiosità e la voglia di seguirlo.

Partiremo dalle origini del Teatro, quindi dalle prime testimonianze degli elementi teatrali nella vita dei nostri antenati, passando per l'Africa, l'India, le antiche civiltà, per approdare al Teatro Greco, Romano, Medioevale, il Teatro Orientale, Cinese, Giapponese, l'Umanesimo e il Rinascimento, il Teatro Inglese, Spagnolo, Francese, il Settecento e l'Ottocento in Europa, poi il Novecento e la rivoluzione teatrale fino ai giorni nostri. Daremo ampio spazio alla dimensione Europea e Nord Americana.

Il tutto attraverso una narrazione, spero agile, approfittando delle sue competenze di attore, interagendo con gli ascoltatori, leggendo frammenti delle opere anche interpretati da attori professionisti in qualità di ospiti o da chi, fra i partecipanti, vorrà cimentarsi con la lettura. 

Un viaggio da fare insieme, per comprendere meglio il Teatro di ieri e quello di oggi. Dal rito al monologo di impegno civile, passando per la tragedia, la commedia, i drammi cosmici, pastorali.

Un viaggio dentro noi stessi, nel quale l'umanità rappresenta, come bisogno innato, paure, angosce, felicità, parodia, ironia, comicità, per elevare lo spirito e per ridere, per viaggiare nel tempo e nello spazio. Per entrare in contatto con la propria sorgente.

10 incontri di 2 ore ciascuno. Calendario incontri di massima, salvo modifiche concordate:

  • Maggio: martedì 11, martedì 18, martedì 25.
  • Giugno: martedì 1, martedì 8, martedì 15, martedì 22, martedì 29.

Altre tre date verranno spalmate in giugno, previa approvazione dei partecipanti. Nel caso non si raggiungesse il numero minimo di 5 (cinque) iscritti, la somma verrà interamente restituita. 

Costo iscrizione: Euro 90,00 per maggiorenni | Euro 50,00 per minorenni. Entrambe le quote vanno versate entro e non oltre il 10 maggio 2021, tramite bonifico bancario (IBAN: IT77O0814061110000030119920) casuale: lezioni di storia del teatro online. 

NB: Le quote vanno versate integralmente prima dell'inizio del corso. Verrà poi inviato il link di accesso ai singoli incontri, tramite piattaforma Google Meet

Scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. comunicando l'avvenuta iscrizione. 

Leggi tutto...

La storia dello spazio teatrale, dagli albori ai giorni nostri.

Pubblicato in Blog & News

La storia della scenografia e dell'architettura teatrale non può essere compresa e raccontata senza fare riferimento ai generi, alle forme e ai principali eventi che hanno caratterizzato la storia del teatro italiano ed europeo. Questa disciplina si è rivelata un'importante cartina tornasole per il pubblico, quando spettacoli e rappresentazioni teatrali hanno cominciato ad includere sempre più cast numerosi, trame complesse e articolate e location diverse. All'inizio la scenografia consisteva in semplici e rudimentali sfondi di dipinti, ai quali gli oggetti di scena si sono aggiunti solo successivamente a partire dal Diciannovesimo secolo, per assumere maggiore rilevanza e importanza.

Con questo articolo voglio far compiere al lettore un viaggio alla scoperta della rappresentazione dello spazio scenico, che ha portato nel corso dei secoli alla nascita e allo sviluppo dei moderni edifici che oggi tutti noi conosciamo; luoghi sempre più funzionali e strutturati capaci di ospitare spettacoli teatrali o altri eventi culturali come concerti musicali, letture di poesie, workshop e conferenze, spettacoli di danza, allestimenti di opere liriche (teatro d'opera) e altri intrattenimenti.

DAGLI ALBORI ALLE ORIGINI: IL TEATRO GRECO

Prima dell'avvento della civiltà greca gli edifici teatrali progettati in quanto tali erano un numero esiguo: rientravano per lo più in questa categoria alcuni spazi dei palazzi della civiltà minoica, come ad esempio il cortile delle feste del Palazzo di Festo a Creta, caratterizzati da uno spazio circondato per tre lati da gradinate in grado di ospitare fino a cinquecento spettatori venuti ad assistere alle danze, alle cerimonie o alle tauromache, ovvero combattimenti fra leoni, o fra bovini e uomini molto simili per tipologia e modalità alla corrida spagnola.

Nell'antica Grecia l'edificio teatrale nella sua forma più matura, era principalmente composto da tre elementi: la Cavea nella quale erano disposte le gradinate con i sedili in legno per ospitare gli spettatori, solitamente addossate su un colle per sfruttare al meglio il pendio naturale; la scena disposta perpendicolarmente all'asse della cavea, dove avveniva l'azione teatrale. Inizialmente strutturata in maniera molto semplice e in legno, divenne con il tempo sempre più complessa e abbellita da colonne, nicchie e frontoni. In origine, la sua funzione era quella di fornire agli attori un luogo riservato e appartato dove potersi cambiare e preparare senza essere visti dal pubblico; ma ben presto viene utilizzata come sfondo scenico e, a partire dal 425 a.C., fu costruita in pietra e con maggiori ornamenti; l'orchestra, spazio centrale del teatro greco posto tra la cavea e la scena, dotato di corridoi laterali di accesso (parados) riservati al coro, dove al centro di essa era situato l'altare di Dionisio.

Il teatro greco era privo di copertura e, all'occorrenza, poteva avvalersi per la realizzazione di alcuni effetti scenici di rudimentali macchine per il sollevamento degli attori, di piattaforme scorrevoli e/o di svariate tipologie di congegni come quelli per la simulazione di fulmini e tuoni. L'odeon invece era una particolare costruzione destinata a concerti musicali e a spettacoli di recitazione al coperto di dimensioni molto inferiori al teatro, di forma quadrata con tetto in legno contenente una ripida gradinata ad archi circolari concentrici. Anche questa struttura era costruita su terreni in pendenza, affinchè il pubblico entrasse dall'alto e gli esecutori dal basso.

IL TEATRO NELL'ANTICA ROMA

La disposizione della scena nel teatro di epoca romana non si discostava di molto rispetto al mondo greco, se non per alcune variante architettoniche dovute al modificarsi delle varie rappresentazioni sceniche. In particolare lo spazio destinato all'architettura si fece sempre più ridotto a causa della minore importanza attribuita al coro nello spettacolo, trasformandosi in un'imponente fronte scena a più piani, ricca di statue e decorazioni di marmo, la cui altezza, pari a quella della cavea, permetteva di poter fissare in determinati casi un grande telone a copertura del teatro stesso, per ripararlo dalla pioggia o dall'eccessivo sole, migliorando notevolmente l'acustica. Dietro al fronte scena prese forma il post - scaenium, uno spazio riservato ad attori e macchinisti. Alle gradinate si accedeva attraverso le aperture dei Vomitoria che segnavano l'attribuzione di una prima gerarchia nella scelta dei posti a sedere, riservando i primi ai senatori e i rimanenti al resto del pubblico, in ordine d'importanza. Completavano l'allestimento un alto palcoscenico e un sipario, sconosciuto ai greci, che durante le rappresentazioni si abbassava in un apposito incavo.

I LUOGHI TEATRALI NEL MEDIOEVO

A partire dal V secolo la disapprovazione cristiana per gli spettacoli pagani provocò la sostanziale dismissione degli spazi teatrali, dando vita a trasformazioni architettoniche e a cambiamenti di destinazione spesso irreversibili. Di conseguenza il Medioevo è caratterizzato dalla mancanza di edifici teatrali appositamente costruiti e dalla decadenza di quelli romani, ma non dalla completa cessazione di ogni attività d'intrattenimento culturale. Nonostante la forte opposizione della Chiesa, rimaneva viva la tradizione dei giullari, giocolieri e menestrelli che proponevano per lo più rappresentazioni profane e grottesche durante il periodo di Carnevale, esibendosi su semplici banchetti allestiti in taverne, nelle piazze e strade della città. Solo i più fortunati venivano assunti nelle corti, oppure chiamati in specifiche ricorrenze o in occasioni di feste speciali. 

Le rappresentazioni medioevali si avvalevano di una pluralità di luoghi preesistenti quali ad esempio chiese, piazze, vicoli e strade. Inoltre per i drammi sacri che si svolgevano nei luoghi di culto esistevano una serie di zone deputate e particolarmente significative da un punto di vista simbolico, identificate da particolari strutture appositamente costruite come le Mansiones, baracche di sette o otto metri di altezza destinate a rappresentare location reali come monti o fiumi, oppure altri particolari e suggestivi luoghi come la Bibbia. Le architetture reali facevano da collante a palcoscenici per lo più caratterizzati dal susseguirsi di scene fisse, alle quali il pubblico assisteva al di là di una solida e robusta balaustra, in grado di garantire uno spazio completamente libero davanti alla scena. Con il passare del tempo le Mansiones (piccole case) si arricchiscono di botole, trabocchetti, gru e fumo allo scopo di poter simulare resurrezioni, cadute dall'inferno, voli di angeli ed altri effetti speciali.

IL TEATRO NEL PERIODO RINASCIMENTALE

Nel XVI secolo si assiste al progressivo passaggio da un luogo adibito progressivamente a sede di spettacoli (chiese, piazze, giardini, cortili, sale) all'edificio teatrale stabile. Tra la fine del Medioevo e il primo Rinascimento si registra altresì un sostanziale aumento d'interesse per il mondo del teatro, dovuto inizialmente al successo dello spettacolo religioso. In mancanza di una sede apposita, durante il periodo del Rinascimento cinquecentesco le rappresentazioni teatrali si svolgevano ancora in luoghi all'aperto, spesso nei cortili dei palazzi nobiliari i cui proprietari erano anche i principali fruitori, nonchè alle volte gli stessi attori e sceneggiatori. La scena essendo temporanea, era adagiata nel loggiato dei cortili, dove venivano usati particolari tendaggi che venivano aperti e chiusi durante gli ingressi e le uscite degli attori. 

Dopo la diffusione dello spazio prospettico e la creazione dei primi ambienti unitari, predisposti su appositi palcoscenici collocati in sale adibite allo svolgimento di feste durante cerimonie dinastiche o nell'ambito del Carnevale, si determinò, nel primo decennio del Cinquecento, una scena prospettica di città resa illusionisticamente alla giustapposizione di piani figurati in una prospettiva centrale (quinte e frontale), il cui punto di fuga era posto ad un'altezza che coincideva perfettamente con la visione del principe seduto al centro della sala. Di conseguenza, gli spettatori potevano essere disposti in due differenti modalità: o con una gradinata collocata di fronte al palcoscenico o con tribune laterali per le donne e panche centrali per gli uomini con un palco sopraelevato per la principale autorità della festa. 

Sul finire del secolo la scenografia trova, sul piano teorico una codificazione nelle tre scene prospettiche (comica, tragica, satirica), mentre sul piano della pratica costruttiva trovano la loro grande realizzazione monumentale permanente in legno della scena del Teatro Olimpio di Vicenza abozzata da Andrea Palladio autore della cavea del teatro, realizzata da Vincenzo Scamozzi dopo la morte del maestro. La scenografia subisce una lenta evoluzione, grazie ai primi tentativi di introdurre la prospettiva e con la presenza di scene sia mobili che fisse. Per ovviare alla presenza di macchinari sempre più voluminosi, viene introdotta l'idea del retro palco.

IL TEATRO ALL'ITALIANA TRA SEICENTO E OTTOCENTO.

A cavallo tra il Seicento e il Settecento nascono i primi teatri gestiti da privati ai quali è possibile accedere previo pagamento dei bollettini. Questa grande novità segna la fruizione dello spettacolo ad un pubblico più vasto e popolare. L'avvento dei primi teatri pubblici sconvolse anche i percorsi spettacolari delle città al tempo del barocco, in particolare a Venezia dove alcune famiglie nobiliari si fecero portavoce della gestione di queste strutture nuove e redditizie. L'Ottocento mantenne invariata la concezione architettonica dell'impianto teatrale, mutando da secoli precedenti la sala all'italiana a ferro di cavallo e ordini di pacchetti, visibile ad esempio al San Carlo di Napoli, al Teatro Massimo di Palermo e al Teatro alla Scala di Milano

Fu proprio in questa particolare epoca storica, che le principali innovazioni di carattere tecnologico diedero un forte impulso al perfezionamento dell'apparato scenico; l'utilizzo dell'energia idraulica prima e di quella elettrica poi favorirono lo sviluppo di soluzioni più agevoli per il movimento dei macchinari, ma anche e soprattutto per lo spostamento di scene già montate su palcoscenici mobili.

IL TEATRO DEL NOVECENTO

Con l'inizio del nuovo secolo l'edificio teatrale tradizionale inizia ad entrare in crisi, manifestando tutta la sua inadeguatezza a rappresentare nuovi contenuti. Le nuove sperimentazioni spaziali mirano fin da subito a dotare di maggiore flessibilità l'edificio, arrivando in alcune occasioni all'abolizione della divisione fisica tra spettatore ed attore rappresentata dal boccascena, volendo rappresentare un ritorno verso gli antichi modelli del teatro greco che, senza arco scenico, permettevano di poter avere lo spettatore nel mezzo dell'azione drammatica. 

Verso la seconda metà del secolo gli architetti non si concentrarono più sulla progettazione di edifici prettamente teatrali, ma diedero maggiore enfasi e importanza alla costruzione di strutture sempre più multifunzionali, in grado di unire assieme sale teatrali, cinematografiche, musei, biblioteche, sale riunioni e ristoranti. E' questo il caso dell'Opera House di Sydney, della Casa della Cultura di Grenoble e del Barbican Arts Centre di Londra.  

 

 

Leggi tutto...

La storia del teatro dalle origini ai giorni nostri.

Pubblicato in Blog & News

L'uomo ha sempre avvertito il bisogno di socializzare e riunirsi in gruppi, non solo per motivi di sopravvivenza, ma anche allo scopo di celebrare il rito, il mito e la caccia, che sono stati individuati dagli antropologi teatrali quali luoghi di origine del teatro.

La storia del teatro in Europa si sviluppa ad Atene in Grecia, ben cinque secoli prima della nascita di Cristo, con quelle forme d'arte che oggi conosciamo come "tragedia greca" che ebbe origine dal Ditirambo, un rito in onore del dio Dionisio caratterizzato da musica, canto e danza. Gli attori, nell'eseguirlo, indossavano per lo più pelli di capra, ottenendo come premio per la migliore interpretazione un capretto. Nella tragedia gli eventi riguardavano personaggi illustri e/o mitologici e avevano come finale una catastrofe. Gli argomenti portati in scena erano i più disparati e, in genere, il loro fine era il rispetto delle istituzioni, del destino e della religione. Gli attori erano tre e usavano maschere, dovendo interpretare più personaggi.

Anche la commedia trae origine da un rito in onore di Dionisio, ma in essa il canto aveva una caratteristica legata alla satira. Questa forma di recitazione si sviluppa da attori che provengono dal popolo e che avevano bisogno di parlare alla gente comune, come pura risposta ad un potere dominante, quello degli aristocratici, dei regnanti e della Chiesa. aprendo i loro palcoscenici nella piazza, nei mercati, nelle strade dove si poteva radunare una comunità di persone, per i più disparati motivi. I greci erano un pubblico molto appassionato; arrivavano a teatro all'alba per assistere alle rappresentazioni che si svolgevano durante l'intera giornata.

La tragedia greca raggiunse il suo massimo splendore con le opere di tre autori più famosi: Eschilio, Sofocle ed Euripide, mentre il più elevato esponente della commedia greca fu Aristofane, la cui caratteristica era quella di fare satira su vari governanti ateniesi.

Il Teatro nell'antica Roma

Nell'antica Roma il teatro non raggiunge mai quei livelli artistici e culturali presenti in quello greco. Per i romani il teatro rappresentava per lo più un luogo di ritrovo dove divertirsi, sfoggiando il proprio status sociale. La tragedia e la commedia non riscossero particolare apprezzamento e successo, tant'è che furono presto sostituite da alcune scenette comiche, da mimi e da esercizi acrobatici.

A seguito della caduta dell'impero romano, il teatro conobbe un periodo triste e oscuro; la Chiesa, considerando gli spettacoli dei mimi e degli acrobati osceni e indecorosi, scomunicò questi e gli attori classici, escludendoli dalla comunità cristiana privandoli dei sacramenti. Ma il bisogno di recitare, favorì la comparsa di una particolare forma di espressione drammatica all'interno della Chiesa, durante la funzione religiosa.

Il Teatro nel Medioevo

Nel Medioevo il dramma si esprimeva nelle rappresentazioni religiose di episodi del Vecchio e Nuovo Testamento, non tralasciando spettacoli comici e di saltimbanchi, di piazza e di corte. L'attore protagonista era il giullare che si esibiva in pubblico, non essendo ancora presenti gli edifici teatrali. A causa della sua comicità, ironia e sarcasmo, ma anche del fatto che trasformava il proprio corpo fingendo e non avendo fissa dimora, questa figura era costantemente criticata e presa di mira dalla Chiesa.

All'opposto della tradizione teatrale del giullare, vi era quella del dramma liturgico, dove veniva trattato un soggetto sacro in forma canora, composto in versi latini, collocato in edifici preposti al culto, all'interno di una funzione liturgica o di un rito sacro vissuto dagli spettatori come vero e autentico. Nel basso Medioevo si impose anche la sacra rappresentazione, che si svolgeva in luoghi pubblici o all'aperto, dove gli spettatori assistevano a qualcosa che veniva recitato da altri.

Il Teatro Moderno

Il Rinascimento, che segnò il passaggio dal mondo medioevale all'età moderna, introdusse nuovi concetti nel teatro. Accanto alle commedie più colte ed erudite, incominciò a svilupparsi il teatro di strada, che tanto appassionava e divertiva la gente, non avendo un copione scritto. Verso il XVII secolo, l'epoca della Commedia dell'Arte scomparve, ma a dare lustro e risalto ai personaggi più illustri come Arlecchino, Colombina e Ballanzone, ci pensò il commediografo, scrittore, librettista e avvocato italiano Carlo Goldoni, considerato uno dei padri della commedia moderna che deve parte della sua fama anche alle opere in lingua veneta. Nel Seicento si svilupparono due filoni in Europa: quello legato al mondo classico dove gli autori principali erano Pierre Corneille e Jean Racine e quello legato all'approfondimento di temi storici, come quello inglese di Christopher Marlowe e di William Shakespeare.

Il teatro rinascimentale era anche dramma pastorale, i cui elementi costitutivi erano legati alla fuga dalla realtà, al miraggio di un mondo ideale e al malinconico senso di fuga della vita di ogni giorno. In Italia, a Firenze, verso la metà del 1594 gli amici della Camerata Fiorentina diedero vita al melodramma, dove la musica ricopriva il ruolo più importante e la parola era ridotta ad un semplice canovaccio. Gli attori professionisti erano fieri di recitare senza battute da imparare a memoria, basandosi solo sulla propria capacità d'improvvisazione, senza sottostare a particolari esigenze sceniche o di illuminazione.

Nel Settecento la tragedia sopravvive nel nostro Paese con Vittorio Alfieri, autore di molte tragedie di argomento classico e storico come Antigone, Saul, Maria Stuarda e Oreste, dove la figura principale è quella del tiranno. Il teatro nei primi anni '800, era caratterizzato dalla passione per gli spettacoli sfarzosi e grandiosi, con comparse, costumi e scenografie accuratamente preparate. Verso la metà del secolo si affacciarono sulla scena europea tre grandi drammaturghi Ibsen, Cechov e Strinberg che aprirono la strada a nuove forme di teatro che presero il nome di drammi realistici, dove la realtà veniva accuratamente analizzata nei suoi aspetti, anche quelli più crudi e violenti. 

Il Teatro Contemporaneo

Caratteristica principale dei primi decenni del XX secolo è la comparsa, in campo teatrale, di nuove sperimentazioni che ricercavano l'approfondimento di tematiche che potevano mettere in evidenza il rapporto fra l'individuo e il suo condizionamento imposto dalla società. L'opera dello scrittore e poeta italiano insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1934 Luigi Pirandello, fu quella che maggiormente evidenziò questo aspetto. La tecnica recitativa di allora fu particolarmente influenzata dal metodo Stanislavskij utilizzato ancor'oggi nella recitazione, che si basa sull'approfondimento psicologico del personaggio e sulla ricerca di affinità tra il suo mondo interiore e quello dell'attore, attraverso l'esternazione delle emozioni interiori e la loro rielaborazione a livello intimo.

Verso gli anni'60 nascono le prime forme di teatro al'avanguardia, denominazione attribuita ai fenomeni del comportamento e dell'opinione intellettuale, soprattutto in campo artistico e letterario, più estremisti, audaci e innovativi, in anticipo sui gusti e sulla conoscenza, connotate dal costituirsi di raggruppamenti di artisti sotto un preciso manifesto da loro firmato.  

 

Leggi tutto...

Biografia

Pubblicato in Roberto Faoro

Esperienza, professionalità e passione per il mondo dell'arte e della recitazione sono le tre parole chiave che fanno di Roberto Faoro un poliedrico attore, drammaturgo, regista e formatore molto conosciuto e apprezzato nel territorio delle Dolomiti Bellunesi, ma anche a livello nazionale.

Anima e motore dell'Associazione Culturale Teatro del Cuore, ha contribuito a promuovere e diffondere la cultura teatrale in Provincia di Belluno, ideando e realizzando numerose rassegne, laboratori, corsi e spettacoli teatrali che hanno riscosso negli anni un notevole successo di pubblico e critica, portando alla ribalta delle cronache nazionali la storia e i successi di questo attore e regista italiano.

Nato a Feltre il 14 settembre 1964, si laurea nel 1998 in Storia del Teatro presso l'Università Cà Foscari di Venezia, con una tesi su Paolo Rossi e la scena comica con il Professor P. Puppa, che lo definì: "un attore mai volgare unisce l'inquietudine della ricerca ad una profonda conoscenza delle proprie radici antropologiche", paragonandolo al Dario Fo giovane, dichiarando di essere il più importante attore in lingua dialettale vivente.

Nel pieno degli studi universitari, tra gli anni '87 e '89 frequenta un gruppo di teatro di strada; una straordinaria esperienza durante la quale gira l'Italia Centro Settentrionale in treno, recitando un canovaccio incentrato sul tema dell'AIDS. Fu proprio grazie a questo sketch che Faoro imparò l'arte dell'improvvisazione e ad usare correttamente la voce in scena, incontrando durante questa esperienza di teatro itinerante molti personaggi famosi tra cui Giorgio Gaber a Vicenza, Mariangela Melato a Cesena, Paolo Conte a Firenze, Bagget Bozzo a Milano, Sandra Milo e Edoardo Bennato a Parma.

Una volta maturato il desiderio di approfondire il mondo della recitazione, della dizione e dell'arte scenica, frequenta diversi laboratori e stage in Italia conoscendo registi e formatori di spicco, tra cui nel 1998 alla Scuola di Teatro Ulysses di Padova Nin Scolari, allievo di Grotowski, con il quale lavora sulla propria identità, allestendo tre spettacoli.

Negli anni seguenti partecipa a numerosi Festival della Comicità a Torino, Milano, Catania e Cagliari, aggiudicandosi il primo premio come attore comico a Marostica. Supera anche i provini di Zelig e si esibisce a Milano nel celebre locale in Viale Monza.

Il suo percorso formativo prosegue negli anni 2006 - 2007 come allievo e attore presso la Scuola Regionale Teatro Continuo di Padova gestita sempre da Nin Scolari, dove segue principalmente il metodo Grotowski delle azioni fisiche, portando in scena lo spettacolo teatrale "Ho Giocato a Carte con l'Assassino - Sergio Saviane e i Delitti di Alleghe" diretto dal regista Francesco Bortolini, ottenendo prestigiose recensioni e segnalazioni come attore sulla stampa nazionale.

Nel 2011 in collaborazione con Telebelluno e in sinergia con l'Associazione Teatro del Cuore di Feltre e Belluno, Roberto Faoro pone in essere la versione di questo spettacolo, presentato alla Fiera Internazionale del Libro di Torino per tramite della Regione Veneto, ottenendo ancora una volta visibilità su quotidiani come La Repubblica, L'Espresso, Il Manifesto, L'Avanti, Hystrio, Il Corriere del Veneto, Il Resto del Carlino, oltre che sulla stampa locale.

Dal 2008 al 2012 ricopre il ruolo di Direttore Artistico organizzando numerose rassegne e spettacoli teatrali in Provincia di Belluno, collaborando con la scrittrice napoletana Vania Russo al testo del copione "L'Incendio di Feltre. Tragedia del Possesso", inerente la distruzione della città medioevale avvenuta nel 1510, per mano dell'esercito imperiale asburgico di Massimiliano, curandone anche la regia.

L'anno 2014 segna il debutto al Teatro Comunale di Belluno di "Annegati di Terra. La Storia dei fratelli Bisaglia", spettacolo ideato da Roberto Faoro coprodotto in sinergia con l'Associazione Teatro del Cuore e TIB Teatro Residenza Teatrale e, nel 2015, dalla consolidata rassegna di teatro comico, satira e cabaret "Sena Ridens", patrocinata del celebre vignettista e giornalista italiano Vincenzo Gallo, detto Vincino, amico e collaborando di Vauro.

Nel 2018 il drammaturgo e regista feltrino viene selezionato a livello nazionale per il progetto I Love Actors promosso dell'Agenzia Avangard di Milano, sulle piccole realtà nazionali che promuovono la cultura teatrale con competenza e passione.

Proprio lo scorso anno è iniziata per l'attore una tournèe europea che ha attraversato Spagna, Inghilterra, Germania, Polonia, Belgio e Italia, per concludersi quest'anno a Bruxells con il monologo "Sogno di una felice Europa" scritto dallo stesso Faoro, con musiche di Piero Bolzan e luci e audio di Valerio Scremin.

Roberto Faoro - Perchè ho deciso di insegnare teatro.

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS